L’artrosi alla caviglia può insorgere per il naturale invecchiamento della cartilagine o come conseguenza di un trauma (una frattura della caviglia) o di altre patologie, come per esempio quelle reumatiche.
Pertanto è una patologia che interessa soprattutto le persone anziane: la cartilagine infatti, con l’avanzare dell’età, va incontro a processi degenerativi. Quando è però conseguenza di trauma alla caviglia può colpire anche persone piu’ giovani.
Tra i fattori di rischio che possono agevolare l’insorgenza della patologia:
– il sovrappeso, che costringe l’articolazione della caviglia a uno sforzo aggiuntivo.
– il cattivo allineamento dell’articolazione, che causa un’eccessiva usura della cartilagine.
– la ripetizione di traumi o microtraumi dovuti – per esempio – all’attività sportiva o lavorativa, con conseguente usura della cartilagine.
Il trattamento varia a seconda della gravità del quadro clinico:inizialmente gli sforzi maggiori devono essere rivolti alla prevenzione della progressione della malattia cercando di conservare una buona escursione articolare, controllare il dolore ed evitare la deformità articolare.
Il trattamento farmacologico prevede l’uso di anti-infiammatori e condroprotettori (es. ac. jaluronico, condroitinsolfato, ecc.) per via orale o intra-articolare.
Il trattamento chirurgico è indicato nei casi avanzati e dopo il fallimento della terapia conservativa.
A seconda della presenza di numerosi fattori quali il grado dell’artrosi, l’età ed il peso del paziente, la richiesta funzionale e la presenza o meno della deformità, le alternative chirurgiche posso essere molteplici:
– artroscopia;
– artrodesi;
– protesi.
Per artrodesi si intende la fusione completa dell’articolazione: in alcuni casi infatti l’escursione articolare è già notevolmente compromessa ma molto dolente pertanto procedere alla fusione della caviglia significa bloccare definitivamente il movimento ma allo stesso tempo eliminare il dolore. Dopo l’intervento viene applicato un gambaletto Gessato o un tutore per per complessive 8-12 settimane.
Un intervento di chirurgia protesica della caviglia consiste nel rimuovere le parti danneggiate dell’articolazione e nel sostituirle con componenti artificiali di metallo e di plastica. In questo modo è possibile recuperare in parte o in tutto la capacità di movimento ed eliminare il dolore. La protesi non è però indicata nei casi di gravi lesioni dei legamenti della caviglia o quando la muscolatura circostante l’articolazione non funziona correttamente.
I modelli più recenti di protesi di caviglia sono composti da 3 parti: un piattino metallico che viene applicato sulla tibia, un guscio, anch’esso metallico, che riveste l’astragalo ed un dischetto di polietilene che scorre tra i due.